L’emergenza da Coronavirus e il conseguente timore del contagio da Covid-19 ha drasticamente diminuito le persone che si sono sottoposte a visite specialistiche e a prestazioni diagnostiche. Non solo, in questo periodo di pandemia molte donne hanno rimandato, per paura, i controlli periodici al seno. Solo una donna su tre si è sottoposta a mammografia.
Per parlare di questo tema molto delicato abbiamo incontrato la dott.ssa Barbara Pesce, responsabile del reparto di Senologia di Paideia. “Questo rimandare i controlli ha prodotto un certo danno – racconta la dott.ssa – nel senso che abbiamo riscontrato dei tumori in fase lievemente più avanzata rispetto a quello che ormai eravamo abituati a vedere”.
Il tumore alla mammella è il tumore femminile più frequente in tutto il mondo, soprattutto nel continente occidentale. In Italia ci sono circa 55mila nuovi casi ogni anno. Se questa è la brutta notizia, la bella notizia è che si può guarire grazie alla diagnosi precoce: se una donna viene sottoposta regolarmente a controlli clinico-strumentali ha quasi 99 possibilità su 100 di guarire da un eventuale tumore alla mammella.
“Date queste premesse è ovvio che avere a disposizione un centro di diagnostica della mammella di alto livello è importantissimo perché contribuisce a salvare molte vite – ci racconta la Dott.ssa Barbara Pesce. Nella nostra struttura è stato investito molto in termini di apparecchiature e di personale altamente qualificato. L’uso di mammografi e ecografi di ultimissima generazione o una serie di software aggiornati continuamente sono fondamentali per la qualità delle immagini, ma anche l’esperienza degli operatori sanitari, sia in termini medico sia in senso tecnico, fanno la differenza- continua la Pesce. Ho il privilegio di guidare una equipe di dottoresse e personale tecnico tutte altamente specializzate ed esclusivamente dedicate a questo tipo di diagnostica. In Paideia eseguiamo circa 15mila esami mammografici l’anno con dei risultati molto incoraggianti”.
La prevenzione del tumore al seno: cosa fare
“Non si ripete mai abbastanza l’importanza della prevenzione secondaria nella gestione del tumore della mammella- afferma la Pese. Ricordiamo che tutte le donne devono sottoporsi a controlli periodici che non sia soltanto l’esame clinico. A partire dai 25 anni di età le ragazze devono sottoporsi a dei controlli periodici con cadenza annuale. Tra i 25 e i 35 anni, l’esame di prima scelta è l’ecografia, a partire dai 35-40 l’esame di prima scelta è la mammografia a basso dosaggio radioattivo, digitale, di qualità molto alta, in modo accompagnato o meno, a giudizio del radiologo o senologo, dall’esame ecografico”.
La diagnostica della mammella è una diagnostica difficile ma raffinata, ed è necessario che il radiologo sia altamente specializzato.
Ecografia
Parliamo di una tecnica assolutamente fondamentale nella diagnostica della mammella, è quella più utilizzata nelle donne che abbiano una età inferiore ai 35 anni. È un esame innocuo perché usa degli ultrasuoni, indolore, con il quale si ottengono delle preziosissime informazioni sia utilizzato da solo sia come approfondimento o complementarietà rispetto all’esame mammografico.
“Gli ecografi di ultima generazione dei quali noi disponiamo – continua la Pesce – hanno delle sonde con altissima frequenza il che significa che hanno una risoluzione spaziale molto elevata e delle applicazioni aggiuntive che ci aiutano a fare una diagnosi corretta”.
Mammografia
“In Paideia abbiamo mammografi digitale con tomosintesi. Le caratteristiche di questo apparecchio sono, oltre alla grandissima risoluzione spaziale, la capacità di avere una tomosintesi diretta assolutamente efficace. In più ha un compressore delicato, anatomico, che permette, grazie alla sua curvatura, di comprimere il seno molto più delicatamente, per cui il confort della paziente è assolutamente assicurato in quanto il fastidio legato alla compressione viene ridotto di circa l’80%”, spiega la dottoressa.
Agobiopsia mammaria stereotassica
“L’esame bioptico, fondamentale nel percorso diagnostico, deve essere sempre molto preciso, accurato, possibilmente rapido e poco doloroso per la paziente. Nella ultima evoluzione dei sistemi che si usano per fare le biopsie si fa attraverso la guida mammografica con stereotassi. La novità, rispetto ai vecchi sistemi, è che la paziente sta molto più comoda perché si mette seduta su una sedia anatomica. Dopo di che la regione da sottoporre a biopsia viene centrata attraverso un sistema tridimensionale e che va a calcolare perfettamente le coordinate spaziali dove andare ad introdurre l’ago per fare la biopsia. Questo ago poi viene collegato ad una sorta di aspiratore automatico e nel giro di 10 minuti, 15 minuti massimo, la procedura viene completata. Quindi parliamo di una procedura piuttosto rapida, relativamente indolore, ambulatoriale, che non prevede l’uso di punti chirurgici e la paziente, dopo un paio di giorni di lieve fastidio, torna perfettamente normale” conclude la dott.ssa Pesce.
Per richiedere una visita senologica o un esame diagnostico contatta il numero 06.83.600.600